Scrive come minimo duemila parole al giorno, ogni singolo giorno, anche durante le festività. Niente l’ha mai fermato, nemmeno un incidente spaventoso nel 1999, quando è stato investito da un furgoncino mentre camminava nei dintorni di Center Lovell, nel Maine. E se parliamo di uno scrittore molto rigoroso che vive nel Maine, non può che trattarsi del Re dell’Horror in persona: Stephen King.
Uno degli scrittori più prolifici e influenti del nostro tempo, ha scritto in una varietà di luoghi nel corso della sua carriera, ciascuno dei quali ha influito in modo significativo sulla sua produzione letteraria. Da umili scrivanie a spaziosi uffici, King ha trasformato ogni ambiente in cui ha scritto in una fonte di ispirazione per le sue storie ricche di suspense e terrore.
“La descrizione inizia nell’immaginazione dello scrittore, ma dovrebbe finire in quella del lettore.”
Partiamo dai primi anni di matrimonio, quando King ha iniziato a scrivere in condizioni molto più che modeste. Viveva con sua moglie Tabitha in un piccolo appartamento, e lo spazio principale in cui scriveva era la lavanderia, un angolo angusto e poco illuminato, vicino alla caldaia. In questa stanzetta spartana e opprimente, King batteva a macchina su una piccola scrivania con una sedia dura e scomoda. È nato qui uno dei suoi primi racconti pubblicati, “Graveyard Shift”.
Quando Stephen King divenne un autore affermato, acquistò una grande casa vittoriana a Bangor, nel Maine, oggi trasformata in un museo, oltre che luogo di ritiro per scrittori. La dimora colorata di rosso sangue, che sembra uscita direttamente da uno dei suoi romanzi, è famosa per il cancello in ferro battuto decorato con ragnatele e pipistrelli, aggiungendo un tocco gotico all'atmosfera. Il luogo preferito di King per scrivere e concentrarsi completamente sulle sue storie, era il seminterrato, arredato in modo semplice ma funzionale: scaffali pieni di libri e una scrivania robusta, con una macchina da scrivere, un telefono, e pile di fogli posizionate sempre nello stesso punto.
Nella casa successiva situata a Lovell, invece, lo scrittore ha creato uno studio ampio e ben arredato, dotato di finestre che si affacciano sulla natura circostante, un contrasto evidente rispetto agli ambienti più cupi delle sue prime esperienze. In anni più recenti, Stephen King e la moglie trascorrono diversi mesi anche in Florida, dove King ha allestito un altro studio. Qui, lo scrittore ha optato per un ambiente ordinato e ben illuminato, con una scrivania in legno chiaro.
Immaginando lo spazio in cui scriveva, cosa vediamo?
Nella stanza di Stephen King ci sono molte anime. È una stanza in evoluzione, che si modifica seguendo lo stile di vita dello scrittore. Il fil rouge è sicuramente il mondo creato da King, che si percepisce soprattutto negli ambienti vissuti all’inizio della sua carriera. Che siano stati proprio quelli a dare il là alla sua estetica? Le atmosfere cupe ora si percepiscono a tratti: no, non scrive più in una vecchia lavanderia. La parete alle spalle della scrivania è in assi di legno orizzontali, la vernice rossa è molto desaturata. L’intero ambiente è ben illuminato dalle finestre e da lampade in vetro colorato o fumè, caratteristiche degli Anni ‘70. La scrivania è moderna in legno chiaro, ma le poltrone sono autentici pezzi di modernariato: telaio in legno, struttura snella e arrotondata, tessuti color block e cuscini patchwork. Lungo le pareti librerie colme di libri, la vecchia macchina da scrivere incorniciata da pile di fogli, videocassette e dvd. Un grande tappeto rosso a pelo corto attutisce i passi dello scrittore che si avvicina alla scrivania. Prende posto, laptop alla mano, è l’ora delle sue duemila parole al giorno.. a cosa lo porteranno?
“Quando mi viene l’idea per una storia, mi metto a scriverla. Prima di iniziare, però, mi faccio sempre una domanda: “Cosa rende questa storia tanto importante da essere scritta?”
Come avere uno spazio ispirato a Stephen King?
Modernariato. Sono quel tipo di oggetti e arredi vintage - ma non troppo vintage - lo stile che poteva essere dei nostri nonni e dei nostri genitori quando erano bambini. È molto ricercato per dare al proprio spazio uno stile “Mid-Century”, che si rifà alla metà del secolo scorso. Molto ricercate sono le lampade in vetro di diversi colori: una famosissima è la lampada Churchill (comparsa negli Anni 30) oppure le lampade Stilux (Milano, Anni 60), e per finire la Atollo di Vico Magistretti per Oluce. Anche un “flip-clock” oppure le radio portatili sono oggetti da scrivania, per avere delle King vibes!
Forme giustapposte. Gli Anni 70 segnano uno spartiacque: prende molto piede il design, che arriva a progettare componenti per ogni ambiente e uso. Vivono molte contraddizioni: le forme degli arredi possono essere spigolose e snelle o arrotondate ed esagerate. Le inclinazioni della società in parte verso elementi naturali e artigianali, in parte verso elementi lineari e riproducibili in eterno, si scontrano e rendono questo decennio simbolo dell’asimmetria.
Materiali diversi. La bellezza di questo spazio creativo è la varietà: tessuti grezzi o lavorati, corda e macramè. Ma anche plastica, molte volte trasparente, metallo lucido (spesso cromo o acciaio). Allo stesso tempo: tek, pino, finiture in radica e quindi lavorazioni: la stanza del Re dell’Horror era molto divertente in una fase della sua vita. Per avere lo stesso spirito creativo, puoi scegliere una scrivania di modernariato e inserirla in contesto contemporaneo. Oppure in un ambiente non definito, opta per tappezzerie e tessuti che diano linearità.
Color block & patchwork. Gli opposti si attraggono! I colori sgargianti sono un tratto distintivo dello stile Mid-Century, eppure anche i colori che richiamano la terra, molto desaturati sono dello stesso periodo. Per non parlare del Patchwork, pensato con un’ottica di “recupero” che aveva preso piede, complice la recessione globale di metà Anni 70. Immagina in un contesto neutro-contemporaneo, di inserire una poltrona patchwork sgargiante abbinata a una scrivania in radica. Un’atmosfera da Stephen King, che richiama le stanze che ha attraversato nel corso degli anni. Non ti senti già ispiratə?
“La vita non deve essere di sostegno all’arte, ma viceversa.”
L’ultima citazione è la ciliegina sulla torta di questo bellissimo articolo. Ogni volta che rileggo “On writing” percepisco questo concetto come un mantra, che l’arte debba essere di supporto alla vita è un cardine fondamentale, infatti lui racconta che in quello studio grande e ben arredato non riusciva a scrivere bene come aveva fatto in passato su scrivanie molto meno accoglienti.
Grazie per questo tour immaginario nei luoghi privati e d’ispirazione di uno dei più grandi scrittori della nostra epoca!
Sono Lisa, architetto, fantasy-dipendente e scrittrice di racconti. Creiamo insieme uno spazio in cui vivere alla tua velocità, dove riunirsi con chi ami e scrivere la tua storia.
Anche quando viaggiava in giro per l’Europa o negli Stati Uniti, Charles Dickens portava sempre un pezzetto di casa con sé per poter scrivere (rigorosamente a mano, dalle nove del mattino alle due del pomeriggio). Non si separava mai, infatti, da una scrivania portatile in palissandro con intarsi in madreperla. La vita di uno dei […]
È lei o non è lei ad aver ispirato questa rubrica speciale? Sì, è proprio lei: Virginia Woolf. La scrittrice che per prima ha parlato dell’importanza di un luogo fisico, un rifugio per le donne, dove potersi isolare staccando dalle preoccupazioni quotidiane. Tutto per poter scrivere in santa pace. Se non l’avete ancora letto, correte […]
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L’ultima citazione è la ciliegina sulla torta di questo bellissimo articolo. Ogni volta che rileggo “On writing” percepisco questo concetto come un mantra, che l’arte debba essere di supporto alla vita è un cardine fondamentale, infatti lui racconta che in quello studio grande e ben arredato non riusciva a scrivere bene come aveva fatto in passato su scrivanie molto meno accoglienti.
Grazie per questo tour immaginario nei luoghi privati e d’ispirazione di uno dei più grandi scrittori della nostra epoca!
Ti ringrazio di questo commento gentile! Condivido assolutamente anche io le parole di Stephen King: l'arte è il nostro "motore"!