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20 Dicembre 2023 •   

Le lunghe notti prima di Natale

Q & A INSIEME A FRANCESCA - A_LOOK_TO_THE_ALPS

In occasione dei giorni più corti dell’anno, delle festività e del solstizio d'inverno ho intervistato Francesca, autrice della pagina Instagram @a_look_to_the_alps.

Le sue parole ci parlano di tradizioni antichissime che riecheggiano fino ai giorni nostri, fino a diventare le nostre. Catturando la magia invernale di questo periodo anche tramite i suoi scatti, Francesca ci guida nella scoperta - o riscoperta - di un modo di vivere le festività a contatto con la natura e noi stessi. 

Come possiamo trascorrere questi giorni in modo più intenzionale? A cosa si rifà la nostra tradizione preferita? Quali decorazioni possiamo utilizzare nella nostra casa mantenendo uno stile minimalista e slow?

Vi lascio alle risposte di Francesca, che ci lascerà anche un’antica ricetta per celebrare questi giorni invernali.

Q. Cosa vuol dire per te questo periodo dell’anno?

A. Il periodo di Yule è un momento magico in cui impegnarci nell'atto solitario della contemplazione. Yule è il solstizio d'inverno, secondo la Ruota dell'anno. È anche chiamato Midwinter, e si verifica quando la notte ha raggiunto la sua massima durata, “the longest night”, o “la lunga notte”, intorno al 21 dicembre. Nella tradizione wicca (che celebra i cicli nella natura N.d.A.), questo è il momento in cui nasce il giovane Dio solare. In altre tradizioni neopagane invece il Re Agrifoglio perde la battaglia contro il suo aspetto più leggero, il Re Quercia

Q. Quali sono le decorazioni e le tradizioni simbolo del solstizio?

A. Candele, feste e decorazioni sempreverdi sono tutti simboli che ci ricordano che la luce e la vita resistono nonostante la durezza dell'inverno. Anche i falò sono stati una parte fondamentale delle celebrazioni del Solstizio d'Inverno e del Natale. I nostri antenati credevano che i falò avrebbero tenuto lontani gli spiriti maligni della notte (essenzialmente come un incantesimo di protezione), mentre in altre culture si pensava che la luce del fuoco avrebbe aiutato a far tornare la luce del sole nel cielo. La celebrazione delle festività di Yule è anche un momento per pulire casa ed eliminare tutto ciò che non serve più. Questo ci aiuterà a prepararci alla nuova stagione, creando uno spazio libero da energie negative o ricordi accumulati nel corso dell'anno.

Foto by Francesca - @a_look_to_the_alps

Q. La tradizione di “liberarci delle cose vecchie” mi fa pensare a chi getta simbolicamente le cose dalla finestra il 31 dicembre. Un po’ estremo come gesto, ma ricorda l’idea di fare spazio per ciò che arriverà con il nuovo anno.  Come celebri questa stagione?

A. L'imminente solstizio d'inverno è un ottimo momento per riflettere sull'anno trascorso e iniziare a pensare a ciò che si desidera per il prossimo anno. 

Quello che cerco di fare personalmente è trascorrere più tempo con i miei cari, in famiglia, e pianificare come raggiungere uno di quegli obiettivi che mi sono rimasti in mente ma che non hanno ancora preso una direzione precisa. In effetti, per me Yule è sempre un momento di introspezione, per sedermi, riflettere e pensare a come voglio che sia l’anno a venire.

Se volete onorare Yule / il Solstizio d'Inverno a casa vostra, ci sono infiniti modi per farlo. In effetti, non riuscirei a elencare tutte le idee che mi sono venute in mente per festeggiare!

Dovete però sapere che tutto quello che facciamo oggi nel mondo moderno, molto spesso senza coscienza, è frutto di antiche tradizioni legate proprio al Solstizio: l’albero di Natale, le luci, i doni… tutto è legato alle usanze del passato.

Foto by Francesca - @a_look_to_the_alps

Q. Quindi per Natale noi riprendiamo senza saperlo (o forse sì) antiche tradizioni? Prima accennavi alla stagionalità. Tu arredi lo spazio in cui vivi? Se sì, che tipo di decorazioni ti fanno sentire a casa?

A. È da qualche anno che cerco di sensibilizzare attraverso i miei post, sulla pagina Instagram @a_look_to_the_alps, un Natale più consapevole, minimal e slow. È proprio a Natale, più che in ogni altro periodo dell’anno, che mi distinguo come un pollice dolente.

Non ci sono luci esterne a casa mia come nelle altre case della mia strada, non ci sono decorazioni appariscenti. Solitamente raccolgo pigne e rami secchi nel bosco e li utilizzo come decorazioni insieme a stelle realizzate con sacchetti di carta. Per quanto concerne le luci…solo candele in cera d’api! Quando mi chiedono cosa voglio come regalo, rispondo “niente”. “Strano” è la parola che la mia famiglia ama usare di più! È sicuramente il momento più difficile per vivere uno stile di vita minimalista, date tutte le aspettative a cui siamo soggetti.

Tempo fa ero solita mettere in discussione me stessa e i miei desideri di una vita più semplice quando mi arrivavano giudizi e domande. La “paura di perdersi” è diventata parte della nostra cultura e ci tiene occupati il più possibile, programmando e riempiendo costantemente la nostra vita di cose che non vogliamo e di cui non abbiamo bisogno. Gli acquisti d’impulso sono un esempio perfetto. Vogliamo poi parlare delle spese folli per i pranzi/cene natalizie e della “corsa ai regali”?

Q. In questo periodo spesso si torna con la mente all’infanzia. Quali sono i ricordi che l’avvicinarsi del Natale ti fa tornare alla mente?

Penso a come i miei genitori fossero persone imperfette proprio come me e come amassero con forza. Penso a come le nostre vacanze, come la nostra vita, fossero semplici, imperfette secondo gli standard dei social media, eppure così belle.

Foto by Francesca - @a_look_to_the_alps

Q. Per molti è facile caricare questo periodo di cose da fare a tutti i costi. Si corre spesso, ci sono innumerevoli impegni sociali, per non parlare dell’anticipazione del periodo natalizio, che ormai comincia alla fine di ottobre. In questi giorni si è alla fine dell’anno, ogni passo fatto, ogni fase attraversata, è stato riempita di speranze e attesa di qualcosa. Come vivi questa carica di emozioni?

A. Mi chiedo: mentre ci addentriamo in questa stagione di aspettative sociali e di frenesia, come potremmo rallentare e semplificare per fare spazio a questo periodo pieno di gioia, che sia soprattutto una gioia per le persone con cui condividete la vita?

Le luci e le feste possono essere una buona medicina, ma possono essere inutili se le usiamo come distrazioni. Non facciamo finta che ci sia luce. È buio. Il Buddha insegna che la sofferenza deriva dal desiderare ciò che vogliamo e dall’evitare ciò che non vogliamo. Stiamo montando luci scintillanti per evitare l’oscurità? 

Quindi, sediamoci qui per un momento e abbracciamo quello che c’è: un’oscurità bella, ricca e misteriosa. Stelle e luna. Cervi, volpi e gufi. I nostri corpi, come l’orso e la marmotta, cercano il riposo. Le nostre anime si godono il tempo dei sogni, nell’oscurità.

Foto by Francesca - @a_look_to_the_alps

Q. C’è qualcosa che è tipico di questo periodo che vuoi condividere con noi?

A. Con l'augurio che la luce risplenda sempre fuori e dentro di noi, vi lascio questa antica ricetta del Wassail di Yule.

Q. Qual è la storia di questa ricetta? È anch’essa sfociata in una tradizione moderna?

A.  "Wassail" era in origine una parola che significava salutare qualcuno. Il concetto “wassailing” risale ai riti di fertilità precristiani: in quelle cerimonie, gli abitanti dei villaggi percorrevano i campi e i frutteti in pieno inverno, cantando e gridando per scacciare gli spiriti che avrebbero potuto inibire la crescita dei raccolti futuri. In questo modo, versavano vino e sidro sul terreno per favorire la fertilità delle colture.

Con il tempo questo concetto si è evoluto nell'idea del canto natalizio, che è diventato popolare durante l'epoca vittoriana e che si fa ancora oggi in molte nazioni. Se pensate che alla vostra famiglia o ai vostri amici possa piacere iniziare una nuova tradizione musicale, perché non riunirli per uscire in “wassailing” per Yule?

Foto by Francesca - @a_look_to_the_alps

Come anticipato da Francesca nel raccontarci il “wassailing”, probabilmente in questo periodo un gruppo di persone è passato per la vostra strada cantando. Non so in quanti paesi o città si faccia ancora, ma dove sono cresciuta si chiamava “Chiarastella”. Richiamati dalla nostalgia - che spesso si fa presente intorno a Natale - sono affiorati molti ricordi d’infanzia tra cui le bellissime serate passate a cantare casa per casa. Indipendentemente dal tipo di canzone e dall’antico rito che l’ha originata, la tradizione di cantare insieme, coinvolgendo intere strade e paesi, mi ha sempre scaldato il cuore. È un momento in cui ci si sente parte, in cui si condivide e agli occhi della “me” bimba, un momento in cui tacevano litigi e problemi. Anzi, molte volte le case si aprivano al gruppo di persone infreddolite, si improvvisavano merende o cene, si andava in cantina a prendere vino, salame e pan biscotto. Ed era festa.

Quest’anno vi auguro quel tipo di festa, in cui si condividono tempo, canti e buon cibo. In cui vedere tutto con un po’ di magia in più, come quando eravamo bimbi e andavamo a passo lento per assaporare fino in fondo la bellezza di questa stagione. 

Buon Solstizio e buon Natale.

Puoi trovare @a_look_to_the_alps e @leafandtimber su Instagram!

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