Com'è lo spazio in cui uno scrittore costruisce mondi, parola per parola? Giulia Giarola di Lettere Leggere, risponde a questa domanda.
Viaggio e fotografia, un binomio indissolubile che dura da decadi e che descrive egregiamente la mission di @studio_archi4. Attraverso la sua pagina Instagram, Michela ci parla di arte, architettura e curiosità, fermando attimi nel tempo e illustrando ogni viaggio con le sue fotografie.
Ma come pianificare un viaggio in modo che sia caratterizzato sia da cultura che svago? E come riuscire a rendere in foto anche dettagli complessi? Scopriamolo insieme, attraverso le parole e le immagini che Michela condividerà con noi.
A. Per me la fotografia è ereditaria ed è strettamente correlata al viaggio. Già da bambina, on the road con la mia famiglia, ho avuto la possibilità di mettermi alla prova e nel tempo ho affiancato mia madre nel ruolo di fotografa. Da quanto ho tenuto in mano una macchina fotografica usa e getta ad ora, ne è passato di tempo e questa evoluzione mi ha permesso di avere un occhio diverso, o più allenato, nell’osservare ciò che mi circonda.
A. Il fattore fondamentale nello scattare una foto è la luce. Soprattutto quando si ha a che fare con l’architettura o l’arte, la ricerca della composizione passa per capire com’è la luce in quel momento. Riflessi, ombre, raggi solari: ognuno di questi può far emergere o nascondere dettagli. La fotografia di viaggio è particolare perché è movimento anche se i tuoi soggetti sono immobili. Alcune mete sono da una volta nella vita, per cui scatto senza pensarci troppo, accettando la casualità. Sicuramente aiuta moltissimo la fotografia digitale che ti permette di “controllare” il risultato. Molte volte però credo che la fotografia “perfetta” sia dono anche di un colpo di fulmine che mi ha permesso di cogliere l’attimo.
A. La realtà è che sono una pianificatrice, ma questo non mi ha mai privato della possibilità di sorprendermi.
A. Sì, ed è assurdo perchè l’ho snobbata per anni. Sto parlando di Padova. Ironico come prima ci interessiamo a destinazioni lontane da noi e poi scopriamo di vivere vicino ad autentici gioielli. Il momento di svolta è stato quando il ciclo pittorico del Trecento è entrato a far parte del patrimonio UNESCO. Questo mi ha spinto ad interessarmi e ad approfondire la ricerca sull’intera città e ora potrei fare un elenco di palazzi che senza dubbio devono rientrare in un tour di Padova, su tutti l’Università.
A. Il Palazzo del Bo (chiamato semplicemente “il Bo” dai residenti e gli universitari N.d.A.) uno dei più antichi e suggestivi palazzi di Padova e sede dell'Università. È suddiviso in più edifici, che si sviluppano attorno a due cortili principali: il più antico, risalente al Cinquecento e il novecentesco “Cortile Nuovo”. Percorrere questi spazi significa percepire la stratificazione della storia sulla pietra: nello stesso momento si ha accesso alla magnifica Aula Magna e al primo Teatro Anatomico stabile del mondo. Poi ti volti e l’area novecentesca ti lascia senza fiato: ambienti monumentali decorati da grandi esponenti dell’arte italiana, sotto la supervisione del designer Gio Ponti. Ho trovato eccezionali la Scala del Sapere e gli appartamenti del Rettore.
Spostandosi tranquillamente a piedi, così da vivere la città attraversando piazze e fermandosi a fare pausa per un aperitivo, si raggiungono altrettante mete bellissime. La maestosa Chiesa di S.Giustina, l’Oratorio di S.Giorgio, la Basilica di Sant’Antonio e l’adiacente Scoletta del Santo. E potrei continuare ancora perché ho scoperto in questa città una ricchezza che avevo inizialmente sottovalutato.
A. La prima cosa da fare è sicuramente pensare dove andare in base a obiettivi e compagni di viaggio. A direzionare la scelta ci sono il passaparola e le ispirazioni ricevute dai racconti oppure online. Anche le riviste di settore sono molto utili per avere feedback insoliti. Il secondo step è aprire una mappa. Ora, non pensatemi a srotolare antiche pergamene, Maps andrà benissimo, anche perchè l’obiettivo è calcolare le tempistiche. Sapere cosa fare e cosa vi aspetta dopo, ma soprattutto sapere quanto tempo separa una tappa dall’altra, vi consente di godervi il momento. La mia ricerca di solito si conclude andando a scovare le curiosità: esperienze, monumenti, edifici o interi borghi poco mainstream, che attendono il loro turno per entrare in partita e stupire. Garantito, la sorpresa è davvero dietro l’angolo.
A. Le cattedrali gotiche.
A. In realtà la cosa più complessa è la posizione in cui si trovano. Molto spesso le cattedrali costruite nel periodo compreso tra il Millecento e il Cinquecento, si trovano incastonate come gemme nel centro città. Per questo motivo l’unica inquadratura che si può utilizzare è quella grandangolare dal basso, e ti consente di vedere solo cielo e guglie (se ci sono). Ogni foto è comunicazione del qui ed ora e nello stesso momento della stratificazione degli anni. I cantieri di questi enormi monumenti duravano anni e le costruzioni vicine si stringevano all’edificio in realizzazione, in una sorta di abbraccio. Penso alla Cattedrale di S.Vito a Praga o al Duomo di Napoli. Anche Notre Dame a Parigi era circondata di abitazioni e palazzi, almeno fino all’Ottocento. Questo non succede con i monumenti realizzati nell’era moderna, perché ci si è posti il problema di come un’opera viene percepita e che relazione crea con ciò che gli sta attorno.
A. Sono rimasta affascinata in particolare da una regione italiana: l’Abruzzo. L’ho trovato interessante perché soddisfa la voglia di relax, con spiagge meravigliose o percorsi trekking intensi ma bellissimi. Ma ha anche un background storico / culturale variegato e tutto da scoprire, anzi ri-scoprire. Inoltre l’aspetto enogastronomico, associato alla calda ospitalità delle persone, hanno contribuito a renderlo uno dei migliori viaggi fatto negli anni.
Starei ore a chiacchierare con Michela delle mete che ha visitato perché mi sembra di poterle vivere un po’ anch’io. E in un certo senso, posso farlo: le sue fotografie “carpe diem”, la combinazione di consapevolezza e casualità ci hanno fatto andare con lei. L’opportunità di viaggiare ci consente di conoscere e ci fa uscire dalla nostra comfort zone. Scegliere di fotografare l’architettura poi, vuol dire scegliere di raccontare non solo la propria storia, ma la storia dietro alla meta del viaggio. Architettura è narrazione degli uomini e degli eventi, degli stili e delle abitudini e a volte la sorpresa più impensabile, è proprio dietro casa vostra.
Quindi perchè non mettersi in viaggio?
Ti aspetto per raccontarmi ciò che le guide non dicono, per farmi conoscere gli edifici più belli della zona in cui vivi o le esperienze indimenticabili vissute per caso. Puoi scrivere qui o puoi taggare me o Michela nelle stories di Instagram. Condividiamo un po’ di bellezza!
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Sono Lisa, architetto, fantasy-dipendente e scrittrice di racconti. Creiamo insieme uno spazio in cui vivere alla tua velocità, dove riunirsi con chi ami e scrivere la tua storia.
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